(articolo pubblicato su Azione nonviolenta – numero speciale per Arena di pace e disarmo)
Il 7 maggio 1945, a liberazione dell’Italia appena avvenuta, Aldo Capitini scriveva sul Corriere di Perugia: “ha fine la più grande guerra che sia mai stata, e comincia la più vasta e più complessa pace del mondo. Il primo attimo di una pace è quando gli eserciti non stanno più schierati e intrecciati nella mischia lampeggiante e cruenta, ma non è che il primo fatto: se la guerra è composta di una serie di azioni, di battaglie, di bombardamenti, di blocchi commerciali, di spionaggi; anche la pace è una serie di azioni: e noi subito ci domandiamo: sono gli uomini preparati a tutti questi atti che la pace esige per stabilirsi durevole su tutta la estensione dei continenti e degli oceani?”
La prima tragica risposta sarebbe giunta appena due mesi dopo: il 6 e il 9 agosto dello stesso anno gli Stati Uniti sganciavano le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, inserendo nelle possibilità della storia l’arma atomica e avviando una nuova corsa internazionale agli armamenti che – da allora – non si è più fermata. Dopo un piccolo rallentamento tra la caduta dei regimi dell’Est europeo e l’abbattimento delle Torri gemelle a New York, ossia tra il 1989 e il 2001, le spese militari hanno ripreso a bruciare ingenti risorse dei bilanci degli Stati. Oggi – come certifica anno dopo anno l’autorevole SIPRI di Stoccolma – si spende complessivamente per gli armenti nel mondo quanto non si è mai speso nella storia dell’umanità. I ricercatori del Global Peace Index calcolano che se si cancellassero con un colpo di spugna le spese militari globali si libererebbero talmente tante risorse economiche da ripagare il debito estero dei Paesi impoveriti, da fornire abbastanza risorse per il meccanismo di stabilità europeo e finanziare il costo annuale degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio promosso dalle Nazioni Unite: eradicare la povertà e la fame, dare a tutti l’educazione primaria, promuovere l’uguaglianza di genere, ridurre la mortalità infantile ecc. Continua a leggere