Il lume della ragione. Dalla tregua di Natale tra le trincee del 1914 agli obiettori di coscienza alla guerra di oggi

Quando nel 2014, in occasione del centenario dello scoppio della “grande guerra”, scrivevo della pace dal basso tra le trincee della Grande guerra nel Natale del 1914 non potevo immaginare che meno di un decennio dopo nuove trincee – non metaforiche ma reali – avrebbero attraversato l’Europa, nella incredibile guerra ormai internazionalizzata che si svolge sul territorio ucraino. Nonostante il conflitto nelle regioni del Donbass fosse iniziato proprio nella primavera-estate dello stesso anno, con crescenti vittime ma ignorato dai media italiani, l’invasione russa dell’Ucraina dello scorso 24 febbraio e il supporto militare a quest’ultima da parte dei paesi aderenti alla Nato, ha proiettato questo conflitto armato, inizialmente “a bassa intensità”, in una guerra vera e propria, con centinaia di migliaia di vittime tra i due fronti. Una guerra fratricida nel cuore del territorio europeo, che ricorda per certi versi proprio la prima guerra mondiale, soprattutto per l’incapacità da parte delle diplomazie europee di trovare soluzioni negoziali al conflitto, per la retorica bellica che accompagna tutte le parti nella ricerca della “vittoria”, anziché della pace, e il conseguente forsennato riarmo. Condizioni che allora portarono i sovrani e i governi – come “sonnambuli” incapaci di vedere l’abisso verso il quale si dirigevano – nell’ecatombe della guerra mondiale. Ipotesi evocata tragicamente, ancora, di nuovo i questi mesi.

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