
[Norberto Bobbio, Il problema della guerra e le vie della pace]
Nonostante le organizzazioni impegnate per la pace e il disarmo siano al lavoro trecentosessantacinque giorni all’anno con campagne informative e politiche, i “pacifisti” non sono mai stati chiamati tanto in causa nel dibattito pubblico come in questo momento. Ma quasi mai vengono invitati a presentare le loro posizioni: i diversi commentatori ne parlano facendo riferimento ad un’entità astratta, come una massa indistinta sventolante bandiere arcobaleno, della quale sanno poco o nulla per quanto riguarda i riferimenti culturali, le analisi, le ricerche, le azioni, le proposte. Chi vuol parlare di “pacifismo” – per contestare nel merito le posizioni dei pacifisti – dovrebbe almeno conoscere definizioni e questioni, elaborate da decenni di cultura e pratica della nonviolenza, sviluppate e applicate nell’ambito dalla peace research internazionale che ne fondano le proposte. A cominciare dalla conoscenza delle distinzioni semantiche di base, dei principi etici di riferimento, delle norme giuridiche che li recepiscono. Ecco allora alcuni elementi di base.
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