Lo scandalo e il boomerang

Eppure Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo scorso 12 novembre 2021 lo aveva detto per l’ennesima volta e con parole forti ai paesi occidentali: “Non ha senso dare la dose booster ad adulti sani o vaccinare i bambini, quando nel mondo ci sono operatori sanitari, anziani e altri gruppi ad alto rischio che stanno ancora aspettando la loro prima dose. L’eccezione, come abbiamo detto, sono gli individui immunocompromessi. E invece la realtà è che ogni giorno si somministrano 6 volte più dosi booster a livello globale rispetto alle dosi primarie nei Paesi a basso reddito. Questo è uno scandalo che va fermato. Oggi i Paesi con la più alta copertura vaccinale continuano ad accumulare ancora più vaccini mentre i Paesi a basso reddito continuano ad aspettare. I vaccini da soli non porranno fine alla pandemia ma non possiamo porre fine alla pandemia a meno che non risolviamo la crisi globale dei vaccini.”

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Leggere “Il potere segreto” per partecipare al disvelamento del sistema di violenza

Se c’è una vicenda che descrive perfettamente il funzionamento del sistema di violenza nel quale siamo collettivamente immersi è quella di Julian Assange, “colpevole” di aver disvelato al mondo la verità sulla guerra in Afghanistan ed Iraq e per questo nemico pubblico numero uno del complesso militare-industriale statunitense e dei governi satelliti. La lettura del libro “Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e WikiLeaks” (Chiarelettere, 2021) di Stefania Maurizi ne è la prova documentata, da parte di una giornalista d’inchiesta che ha contribuito al disvelamento indagando su tutti i documenti segreti di WikiLeaks.

La prima vittima di ogni guerra è sempre la verità, attraverso la coltre fumogena che viene costruita intorno ad essa per giustificarla, legittimarla, nasconderne crimini ed atrocità all’opinione pubblica esercitando così il livello più profondo di violenza, quello culturale, che sta alla base e sostiene i livelli superiori: la violenza strutturale dell’enorme massa di risorse pubbliche sottratte agli investimenti civili e dirottate – normalmente senza obiezioni rilevanti – su armamenti ed occupazioni militari; la violenza diretta delle centinaia di migliaia di vittime civili, le torture, le abiezioni dell’umanità che sono la quotidianità di ogni guerra, ma che sono – appunto – accuratamente nascoste. Disvelare il livello sottostante e più profondo della violenza della guerra – rivelarne le menzogne, la crudeltà, gli interessi in gioco, l’illegittimità – significa dunque mettere in crisi e rischiare di far crollare l’intero sistema di violenza e il fiume di risorse vi sono deviate: per il complesso militare industriale non c’è colpa più grave. E’ quella di cui si è macchiato Julian Assange attraverso la piattaforma WikiLeaks, mentre la stampa internazionale aveva (ed ha) abdicato al suo ruolo fondamentale, trasformandosi spesso da “cane da guardia” del potere a megafono delle sue menzogne, “come quando, nei mesi precedenti l’invasione dell’Iraq il New York Times aveva pubblicato notizie infondate sui tentativi di Saddam Hussein di procurarsi armi di distruzione di massa. – Scrive Stefania Maurizi – Il “Times” aveva contibuito a una campagna mediatica che aveva reso accettabile anche per l’opinione pubblica politicamente agli antipodi dell’amministrazione Bush, l’invasione dell’Iraq e la guerra devastante che ne seguì: un bagno di sangue di almeno 600.000 morti”

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