Educazione civica sì, ma critica e nonviolenta. Lo dobbiamo (anche) a Willy

La missione di questo insegnamento è di trasmettere non del puro sapere,

ma una cultura che permetta di comprendere la nostra condizione e di aiutarci a vivere;

essa è nello stesso tempo una maniera di pensare in modo aperto e libero

Edgar Morin

La testa ben fatta

Tra le tante novità e incertezze del nuovo anno scolastico, una certezza positiva è che ripartirà finalmente l’”Educazione civica” come materia curricolare e, secondo quanto previsto dalla legge 92 del 2019, questo insegnamento ha – a partire da questo anno scolastico – un proprio voto, con almeno 33 ore all’anno dedicate. Pur essendo il minimo indispensabile, è una buona notizia perché, per quanto l’educazione alla cittadinanza consapevole e responsabile dovrebbe essere la finalità ultima della scuola in quanto palestra di democrazia, un insegnamento specifico e valutabile aiuta a non dare per scontato che poi questa educazione, trasversale alle diverse discipline, avvenga davvero. Dunque è una decisione necessaria, ma – a mio avviso – non ancora sufficiente, almeno per due ragioni: perché va integrata con un approccio metodologico critico e perché tra le cornici tematiche indicate ce n’è una mancante. Continua a leggere