Le quattro liberazioni dal fascismo oggi necessarie

Nel nostro Paese, per liberarci definitivamente dal fascismo, sempre ritornante sotto mentite spoglie, ci sono alcune fondamentali liberazioni preliminari ancora da realizzare.

La prima è la liberazione dall’ignoranza. Regolarmente il nostro Paese viene indicato dalle ricerche degli organismi internazionali come profondamente e tecnicamente ignorante. L’ultima di queste è l’annuale classifica dell’Index of ignorans a cura dell’organismo di ricerca internazionale Ipsos Mori che, a proposito de “i pericoli della percezione” – ossia della distorsione percettiva della realtà – indica negli italiani persistentemente i più ignoranti d’Europa rispetto alla conoscenza dei dati reali della società nella quale viviamo, in riferimento alle informazioni di base relative, per esempio, agli immigrati, alla criminalità, agli attentati terroristici ecc. Del resto, come certifica regolarmente l’ISTAT siamo ultimi in Europa per percentuale di popolazione laureata e l’unico Paese in cui i laureati sono meno del 20% della popolazione. Dati che si intrecciano a quelli, ormai classici e strutturali, dell’OCSE che indicano l’Italia come penultima in Europa, dietro alla Turchia, per analfabetismo funzionale e quart’ultima al mondo: ossia, almeno un italiano su tre – pur essendo andato a scuola – non è in grado di decodificare e comprendere un testo minimamente complesso. Come questo articolo, per esempio. Continua a leggere

Servizio civile: né obbligo, né mini naja, ma pari dignità tra difesa militare e difesa civile

Periodicamente riparte la corsa, da destra e da sinistra, a mettere le mani sul Servizio Civile con proposte – al contempo ideologiche ed estemporanee – di obbligatorietà, che fanno il paio con la rinascente idea di lanciare (più o meno) mini “naje”. L’ultima proposta di legge in questo senso, è passata recentemente alla Camera con ben 453 voti a favore e 10 contrari (i deputati di LEU), più 6 astenuti. Nel caso del Servizio Civile obbligatorio, c’è, sostanzialmente, una motivazione fondata sulla necessità di formare il carattere dei giovani italiani: “un antidoto fondamentale alla desertificazione delle relazioni, delle reti sociali e di senso a cui stiamo progressivamente assistendo”, scrive l’ex ministra della difesa Roberta Pinotti. Nel caso della cosiddetta mini naja, nelle motivazioni della proposta di legge c’è scritto: “il raggiungimento di obiettivi quali la comprensione del valore civico della difesa della patria sancito dall’articolo 52 della Costituzione quale sacro dovere di ogni cittadino; cognizione degli alti valori connessi alla difesa delle istituzioni democratiche del Paese attraverso lo strumento militare in Italia e all’estero; conoscenza, in maniera diversificata a seconda dell’età e del grado di istruzione dei partecipanti, delle principali minacce alla sicurezza interna e internazionale”. Continua a leggere