Il 25 aprile del 1995 Umberto Eco pronunciò un discorso alla Columbia University – dov’era stato invitato a celebrare la liberazione d’Europa – poi apparso sulla “The New York Review of Books” con il titolo Ur-fascismo (tradotto oggi per La nave di Teseo con il titolo Il fascismo eterno): i suoi 14 punti, elaborati quasi un quarto di secolo fa per raccontare gli elementi di fascismo che attraversano le diverse epoche storiche, gettano una luce sinistra su ciò che sta succedendo adesso nel nostro Paese. “Gli unici che possono fornire una identità alla nazione sono i nemici. – scriveva l’autore del Il nome della rosa – Così, alla radice della psicologia Ur-Fascista vi è l’ossessione del complotto, possibilmente internazionale. I seguaci debbono sentirsi assediati. Il modo piu’ facile per far emergere un complotto è quello di fare appello alla xenofobia. (…) Per l’Ur-Fascismo gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il “popolo” è concepito come una qualità, un’entità monolitica che esprime la “volontà comune”. Dal momento che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete. (…) Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo Tv o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentata e accettata come la voce del popolo”. Continua a leggere