Un altro modo di concepire le relazioni umane. Ripartire dall’opera di Aldo Capitini e Alex Langer

Decine di migliaia di persone hanno camminato, ancora una volta, lo scorso 7 ottobre, sulla strada che collega Perugia ad Assisi, lungo il percorso di pace tracciato nel 1961 da Aldo Capitini quando a Berlino era appena stato costruito il muro che tagliava in due l’Europa. Abbattuto quel muro, oggi molti altri muri e barriere attraversano l’Europa e il mondo e tagliano in due l’umanità, tra inclusi e respinti. Sulla strada per Assisi, a cinquanta anni dalla morte di Capitini, è emersa, vivace e colorita, la volontà comune di porre un argine alla logica dei muri e alla cultura della violenza che la sottende. Si è manifestato con grande forza e determinazione un rinnovato impegno, superata la logica delle diverse appartenenze, da parte di un mondo assai ampio e variegato, solidale e nonviolento, portatore di un’agenda differente da quella governativa, che soffia sulle tante paure e alimenta odiosi risentimenti verso l’altro. Nelle ultime settimane del resto si vanno moltiplicando iniziative di solidarietà e di apertura, con il concorso delle più diverse espressioni della società civile. In risposta alla “discriminazione del panino” in quel di Lodi, tempestive e spontanee sono giunte le tante donazioni di molti comuni cittadini. Continua a leggere