Sono stato ad Auschwitz nell’agosto del 1990. Non c’erano ancora i Viaggi della memoria ne’ il Giorno della memoria (che sarà istituito dalle Nazioni Unite solo nel 2005), il muro di Berlino era stato abbattuto nel novembre dell’anno precedente, Tadeusz Mozowiecki era stato nominato da pochi mesi primo capo del governo polacco non comunista ed io ero uno studente di filosofia dell’Università di Messina. Con un gruppo di amici e compagni, con i quali avevamo partecipato durante qull’anno accademico al movimento studentesco della Pantera – approfittando di una convenzione tra l’università siciliana e le università polacche, che ci consentiva di dormire nelle sovietiche case dello studente – decidemmo di fare un viaggio estivo nella Polonia che muoveva i primissimi passi nella democrazia post-sovietica e nell’economia capitalista. La attraversammo per un mese da sud a nord, da Cracovia a Danzica, in treno con un biglietto interail. E, naturalmente, facemmo tappa anche al campo di sterminio che rese noto al mondo il paese di Oswiecim, Auschwitz in tedesco. Continua a leggere