Note dall’intervento alla Festa della Liberazione di San Polo d’Enza (R.E.), 25 aprile 2016
Partecipare alla festa della Liberazione non è un atto retorico, ma un gesto di impegno. Perché la liberazione non è compiuta definitivamente una volta per tutte: né sul piano dei contenuti specifici né sul piano delle oppressioni dalle quali ancora dobbiamo liberarci.
Al contrario della Resistenza – che fu un grande moto popolare che accanto alla lotta partigiana vide tanto antifascismo militante disarmato: dai disertori e dalle donne che li rivestivano con abiti civili agli internati militari nei campi di concentramento che si rifiutarono di combattere nella repubblica di Salò, dalle famiglie contadine che coprivano e sfamavano i partigiani, o nascondevano i cittadini ebrei, agli scioperi operai nelle grandi fabbriche… – al contrario di questa pluralità coraggiosa e civile, uno degli elementi costitutivi del fascismo è stato – ed è tuttora – il militarismo, la costruzione del nemico e la preparazione della guerra come strumento principale, e fine ultimo, della politica. Continua a leggere