Una risposta all’emerito presidente Napolitano
Nell’intervento al Senato dell’8 marzo scorso Lei, emerito presidente Napolitano, dopo l’informativa del governo sull’annunciato intervento italiano in Libia, ha detto – tra le altre cose – che “non si può accettare l’idea che il ricorso alle armi sia qualcosa di contrario ai valori e alla storia italiana”, aggiungendo che “generare l’illusione che non abbiamo mai nel nostro futuro la possibilità di interventi con le forze armate in un mondo che ribolle di conflitti e minacce sarebbe ingannare l’opinione pubblica” ed anzi andrebbe a “sollecitare un pacifismo di vecchissimo stampo”. Le prime due osservazioni già gravi se pronunciate da un senatore della Repubblica, che disconosce i principi fondamentali della Costituzione italiana, sono gravissime in quanto affermate da un ex presidente della Repubblica, che della Costituzione avrebbe dovuto esserne il supremo garante. Rispetto al “vecchissimo pacifismo”, inoltre, potremmo essere d’accordo con Lei nella misura in cui condividesse con noi la prospettiva che esso vada superato in un nuovo – efficace e non ingenuo – pacifismo, non certo in un ancor più vecchio bellicismo. Come invece emerge dalle Sue parole. Continua a leggere