Senza cippi né monumenti

Ad un secolo dalla “grande guerra” i martiri dimenticati di Reggio Emilia

Era il 2011 quando la Scuola di Pace di Reggio Emilia decise di avviare il percorso di ricerca storica sulla vicenda tragica di Fermo Angioletti e Mario Baricchi, le giovanissime vittime reggiane cadute sotto il fuoco dei carabinieri, di fronte al Teatro Ariosto, mentre manifestavano contro il comizio interventista di Cesare Battisti, il 25 febbraio dei 1915. Martiri per la pace, dimenticati.210212

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Ucraina. Le politiche di potenza e il potere dei popoli

scivolamenti

Non sappiamo come andrà a finire la vicenda Ucraina. Possiamo però 1920490_10152391490327985_1398972667_n (1)provare a riconoscere alcune delle cose che ci dice, tra le quali la più importante è che in Europa la guerra – la sua preparazione e la sua minaccia – non è solo memoria, ma ancora realtà. Vent’anni dopo l’assedio di Sarajevo, mentre ci stiamo preparando a ricordare il centenario dell’inizio della “grande guerra”, minacciosi venti di guerra tornano a soffiare in quella Crimea di cui avevamo studiato sui libri di scuola, quando la politica degli Stati era politica di “potenza”. Esattamente come lo è oggi. Le parole con le quali il politologo tedesco Ekkehart Krippendorff, spiegava lo “scivolamento” dell’Europa dentro alla prima guerra mondiale – “nessuna delle caste al potere voleva una grande guerra in Europa nel senso di perseguirla attivamente. Al contempo esse, sia pure con finalità e interessi diversi, neppure volevano rinunciare alla guerra, agli armamenti e alla politica delle minacce come mezzo della politica internazionale” – sono valide ancora adesso e possono, in men che non si dica, condurre allo stesso scivolamento. Non si tratta di una distopia prefigurata da irriducibili pacifisti, ma dal fatto che l’accumulazione attuale di armamenti in Europa non ha precedenti. Continua a leggere