Il 2 giugno del 1946, nelle prime elezioni a suffragio universale della storia italiana – dopo vent’anni di fascismo, la tragedia della guerra e la lotta di liberazione – si votò per il referendum tra monarchia e repubblica e per l’elezione dell’Assemblea costituente. Nacque da quelle elezioni la “Repubblica democratica fondata sul lavoro” come recita il primo principio della nostra Costituzione. Il 2 giugno, nel ricordo di quelle prime elezioni, è dunque la “Festa della Repubblica”. Dal 1950, per volere dell’allora ministro della difesa Pacciardi, l’evento principale della Festa della Repubblica è la parata militare; abolita nel 1992 dal Presidente Scalfaro, ripristinata nel 2001 da Carlo Azeglio Ciampi. Continua a leggere
Mese: Maggio 2013
Contro il razzismo, disarmiamo la cultura (sulle orme di Alex Langer)
L’ondata di razzismo che sta coprendo l’Italia dal giorno della nomina a ministro di Cécile Kyenge ci ricorda che viviamo in un paese che ha subìto oltre un ventennio di vera e propria pedagogia razzista e violenta, deliberatamente fondata sulla costruzione del nemico. Tanto esterno, quanto interno.
La costruzione del nemico esterno, imposto di volta in volta come pretesto per le varie missioni di guerra – antidoto a quella che il generale Mini ha definito“minaccia della pace” seguita al crollo del muro di Berlino – nelle quali è stato coinvolto il nostro paese, in spregio della Costituzione, dal 1991 ad oggi: dall’Iraq, all’Afghanistan, passando per la Somalia, la Serbia, ancora l’Iraq e la Libia.
La costruzione di un nemico interno, indicato di volta in volta come il capro espiatorio rispetto alla crescente e diffusa precarietà sociale ed esistenziale – generata dalle politiche liberiste dedite allo smantellamento progressivo, pezzo dopo pezzo, delle protezioni sociali – sul quale è stata riversata (anche a beceri fini elettorali e di vendita di copie dei giornali) la colpa della perdita della sicurezza: dagli albanesi scesi dalle carrette del mare negli anni ’90 fino ai profughi nord africani della guerra libica, tutta la popolazione migrante in Italia ha visto progressivamente perdere rispetto, diritti, dignità. E subire violenza. Continua a leggere
Un suggerimento di lettura al nuovo ministro della Difesa
In un’intervista su l’Unità del primo maggio (pensa, a volte, gli scherzi del calendario…) il neo ministro della Difesa Mario Mauro annuncia le linee guida che intende dare al proprio ministero. Senza sentire minimamente il dovere di spiegare da quali tremende minacce militari sia oggi necessario difendersi a giustificazione di quelle che anche l’inchiesta de l’Espresso di questa settimana definisce “le spese folli della difesa” , il ministro fa immediatamente suo il solito mantra della Difesa che “serve alla pace ed alla convivenza civile, per questo deve essere sempre al top delle prestazioni”, che – tradotto – significa che non si possono tagliare in alcun modo le spese militari. E a domanda specifica sulla possibilità di rivedere almeno l’acquisto dei caccia F-35 (in campagna elettorale ipocritamente disconosciuti da tutti i leader politici) dopo aver premesso che “investire vent’anni in un progetto e poi lasciarlo perdere tutto d’un colpo non ha senso”, riconosce che “bisogna entrare nel merito.” Continua a leggere