Spostare le risorse dalla difesa militare a quella civile

Così si finanzia il Servizio Civile Nazionaledownload

Nei giorni scorsi il ministro Riccardi, dopo l’ennesimo appello della CNESC (la Conferenza nazionale degli Enti di Servizio Civile) e alla presenza di una specifica interrogazione di giovani parlamentari, ha confermato – attraverso il suo capo di gabinetto Mario Morcone in un’intervista rilasciata al quotidiano l’Avvenire – lo stanziamento di 50 milioni per il Servizio Civile Nazionale, annunciato nel giugno scorso. Morcone ricorda che questo budget è formato da 30 milioni recuperati dal fondo di solidarietà per le vittime di mafia, estorsione e usura e altri 20 dal fondo per i progetti per l’imprenditoria giovanile. Sicuramente, in questo momento di confusione, questa è una buona notizia. Eppure, c’è qualcosa che non torna.

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Adesso Bersani consulti i movimenti (se vuole una chance)

Pierluigi Bersani ha ottenuto dal Presidente Napolitano l’incarico – seppur “esplorativo” – di formare il nuovo governo. E pare che ci stia provando davvero. Il primo giorno di “consultazioni” ha incontrato il Graziano Delrio presidente dei Comuni italiani e Pietro Barbieri portavoce del Forum del Terzo Settore.  L’idea sembra essere quella di sfidare il Movimento 5 Stelle sul suo terreno, proponendo un governo ed un programma di cambiamento reale. Mentre auguriamo all’onorevole Bersani buona fortuna, ci permettiamo di dargli un suggerimento: consulti anche i movimenti, quelli veri. roma-11-12-12

A dispetto dell’incapacità della politica istituzionale di mettersi in movimento ed in ascolto, in Italia esistono molti movimenti che fanno  politica dal basso, promuovendo ed orientando  cambiamenti anche nella politica istituzionale, attraverso l’esercizio di quello che Aldo Capitini chiamava il “potere senza governo”. E’ la prassi della autentica “democrazia diretta”, quella che non discende dal blog di uno che vale tutti (mentre dice agli altri che “uno vale uno”), ma sale dall’impegno quotidiano di cittadini, gruppi e comunità attivi nell’allargamento progressivo degli spazi della partecipazione consapevole e responsabile. Si potrebbero citare molti movimenti  che gandhianamente sperimentano il cambiamento che vorrebbero vedere realizzato, ma suggeriamo all’onorevole Bersani di consultare almeno i tre che, in questa fase, stanno producendo nel nostro Paese i maggiori cambiamenti culturali e politici, interloquendo anche con pezzi importanti della sua maggioranza parlamentare: il Movimento No-Tav, il  Movimento per l’acqua pubblica, il Movimento per il disarmo. Continua a leggere

La disobbedienza civile, un approfondimento

Scheda di approfondimento realizzata per le guide di Unimondo.org 

“L’obbedienza non è più una virtù” (don Lorenzo Milani)

“Grandi e gravi minacce all’esistenza stessa del genere umano provengono dal militarismo, dalla corsa agli armamenti e dal connesso rischio di guerre combattute con armi di portata distruttiva sempre maggiore, da politiche che mettono seriamente a repentaglio interessi vitali di future generazioni, dai rischi crescenti di catastrofi ecologiche, ecc. In questa situazione la presenza di persone e gruppi disposti a praticare la disobbedienza civile fondata su approfondite ragioni morali, in forme nonviolente, può rivelarsi di ancor maggior importanza che non in passato. Per questo la disobbedienza civile è oggi una virtù”. (Giuliano Pontara)enhanced-buzz-wide-20861-1338324633-14

La disobbedienza civile: una pratica passata attraverso le prigioni.

“Sotto un governo che imprigiona la gente ingiustamente, il vero posto per un uomo giusto è la prigione”. Con queste parole, scritte dopo aver passato una notte in prigione per essersi rifiutato di pagare le tasse in segno di protesta contro la guerra che nel 1846 gli Stati Uniti muovono al Messico, il poeta e scrittore Henry David Thoureau fonda la moderna definizione di quell’atteggiamento politico nei confronti dello Stato che prende il nome di “disobbedienza civile” proprio dal suo saggio del 1859 dal titolo Resistance to Civil Government”. Continua a leggere

Le buone parole di un sabato di marzo

Le parole pubbliche sono da ascoltare con attenzione. Oltre il loro significato diretto, rivelano la cornice di riferimento di chi le pronuncia. Rimandano ad un mondo di significati ulteriori, aprono o chiudono sguardi e orientamenti possibili, in riferimento ai luoghi nei quali vengono pronunciate. Forse è lo svolgere da alcuni anni laboratori di ricerca sulle parole della nonviolenza che mi sollecita a porre particolare attenzione alle parole. Comunque sia, molte di quelle pubbliche pronunciate sabato 16 marzo mi hanno colpito, perché desuete nei luoghi dove sono state dette, nei quali da tempo non trovavano più cittadinanza, se non occasionalmente retorica. Continua a leggere

Un invito alle donne parlamentari: ispiratevi a Teresa Mattei, cancellate gli F35

Dunque ha preso il via la XVII Legislatura ed il Parlamento ha aperto le sue porte al maggior numero di giovani della storia repubblicana, con un’età media 45 anni, la più bassa tra i parlamentari europei, e sopratutto di donne, ormai un terzo del totale sia alla Camera che al Senato. Nalla città dove vivo, Reggio Emilia, il rapporto tra uomini e donne si è addirittura invertito: sono andate a Roma cinque donne su sette parlamentari eletti. 513f7b88

Tre giorni prima dell’apertura del nuovo Parlamento – quasi a segnare un ideale passaggio di testimone tra quel passato che ha posto le basi di questo presente – si è spenta a 92 anni Teresa Mattei, la più giovane eletta all’Assemblea Costituente, nelle file del Partito Comunista, sulle ventuno donne totali. Una donna libera, esplusa nel 1938 dalle scuole del Regno perché antifascista e nel 1955 dallo stesso Partito Comunista perchè antistalinista, attiva nell’impegno per la pace fino alla fine dei suoi giorni. Teresa Mattei il 2 giugno del 2006 rilasciava un’intervista alla trasmissione Radio 3 Mondo nella quale raccontò, tra le altre cose, questo episodio accaduto durante la votazione dei principi fondamentali della Costituzione: “Al momento della votazione per l’art 11, cioè quello contro la guerra – “L’Italia ripudia la guerra”, è stato scelto il termine più deciso e forte – tutte le donne che erano lì, ventuno, siamo scese nell’emiciclo e ci siamo strette le mano tutte insieme, eravamo una catena, e gli uomini hanno applaudito”. Continua a leggere

Oggi, 12 marzo, se io fossi cattolico…

Se fossi cattolico affiderei i cardinali che sono rinchiusi “cum clave”, per eleggere il nuovo papa, a Massimiliano di25 Tabessa, figlio del legionario romano Fabio Vittore il quale, secondo le leggi del tempo, era tenuto a seguire la carriera del genitore. Il giovane, diventato cristiano rifiutò la strada delle armi e condotto nel Foro, dinanzi al proconsole Dione, fu interrogato circa le ragioni del suo rifiuto e con fermezza rispose: «Non mi è lecito fare il soldato perché sono cristiano». Il 12 marzo del 295 fu portato al martirio, primo obiettore di coscienza al servizio militare che la storia ricordi.

I cardinali di una Chiesa che è punto di riferimento morale diretto e indiretto per miliardi di persone dentro un pianeta in pieno riarmo, nel quale si sprecano in armamenti ogni giorno il doppio del bilancio di un anno delle Nazioni Unite; un pianeta nel quale non si trovano le risorse per assicurare una vita dignitosa a tutti, ma se ne trovano sempre troppe per sistemi d’arma, anche nucleari, capaci di distruggere più volte la vita sulla terra; nel quale paesi come la Grecia – culla della democrazia – vedono la gente finire nella disperazione dell’impoverimento e della fame, ma gli arsenali colmi di spese militari, ancora e sempre crescenti.

I cardinali di una Chiesa che prevede una banca vaticana affidata al presidente dei cantieri navali di Amburgo che producono anche navi da guerra (ma organizza viaggi a Lourdes…); una Chiesa che prevede ancora i cappellani militari, ufficiali e sacerdoti o vescovi, che benedicono armi ed armati nel nome del vangelo; che vede uno di questi, cardinale e generale di corpo d’armata, essere rinchiuso con gli altri “cum clave” e considerato tra i papabili…
Ecco, se io fossi cattolico affiderei oggi – 12 marzo – questi cardinali al martire Massimiliano di Tabessa, obiettore di coscienza al servizio militare, perché cristiano.

Purtroppo non lo sono, ma li affido lo stesso.

Le parole della nonviolenza

Laboratorio di ricerca, a ModenaLaboratorio Nonviolenza 2013_Testata

Scriveva Aldo Capitini che la nonviolenza è affidata ad un metodo che è aperto ed è sperimentale.

Metodo perchè, al contrario delle costruzioni ideologiche, la nonviolenza non è prima teorizzata e poi praticata, ma è prima vissuta come mezzo di azione e di cambiamento di singoli e popoli; poi studiata, approfondita e di nuovo sperimentata nell’azione. Continua a leggere

I dati da ribaltare, varco del cambiamento necessario

Terz’ultimi in Europa per il lavoro, ultimi per la cultura, terzi per le spese militari.

L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.150725_394172140602971_1790104889_n

Il 1 marzo sono stati resi noti i dati ISTAT sulla disoccupazione italiana – l’assenza forzata di lavoro –  la quale ha toccato la cifra mai raggiunta negli ultimi vent’anni di 3.000.000 (tremilioni!) di disoccupati, cioè quasi il 12 % della popolazione italiana in età lavorativa (che ha perso o non trova un lavoro). Tra i giovani – cioè coloro che rappresentano il futuro e la speranza del Paese – la disoccupazione sale al 38,7%. Lo stesso presidente degli industriali Squinzi ha definito questi numeri – dietro i quali si nascondono enormi drammi umani e familiari – “agghiaccianti”. Con questo dato l’Italia è in fondo alla classifica dell’Unione Europea, terzultima dopo la Grecia e la Spagna. Continua a leggere