Ci ritroveremo sulla strada per il disarmo. Lungo ed oltre la via Emilia

Cari tutti,

pur non essendoci ancora i dati definitivi delle primarie di SEL in Emilia Romagna, ormai i giochi sono fatti. Per cui si può fare qualche riflessione.

La prima, generale e negativa, che salta subito agli occhi, è che i dati della partecipazione a queste “parlamentarie” di SEL in Regione – e nello specifico in provincia di Reggio Emilia dove hanno votato complessivamente 601 elettori – non sono affatto confortanti nella quantità. E’ un problema politico che credo qualcuno, in quel partito, prima o poi dovrà porsi.

La seconda, specifica e positiva, è che una vera e brava esponente della società civile solidale Cinzia Terzi è ormai sicuramente tra le candidate eleggibili alla Camera dei Deputati. A lei un caro saluto ed un meritato in bocca al lupo, per la storia che rappresenta.

La terza, riguarda il risultato della mia partecipazione, che ha visto convergere sulla mia candidatura complessivamente poco più di 200 voti. Continua a leggere

Noi sosteniamo Pasquale Pugliese, per la pace e il disarmo. Beni comuni in Parlamento

Siamo cittadini dell’Emilia Romagna, 556308_133808820110546_781460524_n

abbiamo conosciuto Pasquale Pugliese nelle molte iniziative e campagne politiche e culturali, svolte insieme a Reggio Emilia ed in Emilia Romagna. La sua storia politica viene da lontano; lontano anche dai partiti. Viene dall’impegno nei movimenti per la pace e l’economia di giustizia, per la nonviolenza e il disarmo, contro le mafie e per l’educazione. Viene dalla quotidiana esperienza di impegno, politico e culturale, contro la folle corse agli armamenti, globale e nazionale, che sta sottraendo fondamentali risorse alla vita civile ed ai bisogni sociali, sprecandole nelle spese che preparano le guerre.

Quando vengono tagliati i servizi essenziali negli Enti Locali, nella scuola, nella sanità, nel welfare – diritti e strumenti di difesa sociale previsti dalla Costituzione italiana – siamo sempre più indifesi di fronte alle vere minacce dalle quali è necessario difendersi: la disoccupazione e la precarietà, i disastri ambientali e le mafie, l’evasione scolastica e le abissali diseguaglianze nelle quali il nostro Paese è precipitato. L’affermazione dei diritti civili e sociali è la fonte della vera sicurezza dei cittadini, non le portaerei e i cacciabombardieri. Eppure per i diritti non ci sono mai risorse sufficienti, per le armi non sembrano mai essere abbastanza. Continua a leggere

primarie SEL Emilia Romagna: un impegno per la pace, il disarmo la Costituzione

con Francesco Vignarca e Pasquale Pugliese, nelle primarie di SEL, pace e disarmo beni comuni

La nostra storia politica viene da lontano; lontano anche dai partiti. Viene dall’impegno nei movimenti per la pace e l’economia di giustizia, per la nonviolenza e il disarmo. Viene dalla quotidiana esperienza di impegno, politico e culturale, contro la folle corse agli armamenti, globale e nazionale, che sta sottraendo fondamentali risorse alla vita civile ed ai bisogni sociali, sprecandole nelle spese che preparano le guerre. Le nostre strade si sono incontrate nella campagna in corso contro i cacciabombardieri F-35, il più costoso e anticostituzionale progetto di riarmo nazionale di sempre, che conduciamo da tempo sia sui nostri territori sia sul piano nazionale. Continua a leggere

Candidato nelle primarie di SEL: ecco il mio Pantheon differente

Aldo Capitini, Sandro Pertini, don Lorenzo Milani, Alex Langer, Peppino Impastato e Paride Allegri388549_270309529685024_811142548_n (1)

Come ogni candidato alle primarie che si rispetti, anch’io voglio dire quali sono le persone alle quali mi ispiro. Anzi quelle dalle quali ho imparato, e continuo ad imparare, gli insegnamenti fondanti il mio agire politico quotidiano. E’ un Pantheon ricco e popolato da molte figure, anche viventi. Qui dirò solo di alcuni italiani che oggi mi mancano.

 Aldo Capitini, al cui pensiero politico ho dedicato il tempo giovanile della mia tesi di laurea in filosofia. Da Capitini ho imparato qualcosa che non ho più dimenticato: l’importanza dell’azione politica dal basso fondata sul primato della coscienza personale, l’attenzione precisa ai mezzi usati nella loro coerenza con i fini, la consapevolezza che al centro dell’agire politico c’è sempre l’impegno per la pace. Insomma ho imparato l’approccio nonviolento alla politica al di fuori dalle istituzioni

 Sandro Pertini, il Presidente in carica nel tempo del mio primissimo avvicinamento alla politica studentesca, il mio Presidente. Da Pertini ho imparato la coerenza, la fermezza, la capacità d’indignazione, nell’esilio anti-fascista, nella lotta partigiana e nel suo modo di stare al vertice delle istituzioni. Continua a leggere

Una scelta d’impegno per il disarmo, la pace, la Costituzione

Ho accettato la candidatura nelle primarie di Sinistra Ecologia e Libertà, da indipendente, per portare nell’agenda della politica, e dunque nella campagna elettorale, il tema urgente del disarmo e della riconversione civile e sociale delle folli spese militari del nostro Paese.388549_270309529685024_811142548_n (1)

Un’urgenza senza pari. Nel pieno della peggiore crisi economica dal dopoguerra si spende oggi per armamenti – nel mondo e in Italia – molto più di ogni altro periodo storico. Mentre dai governi Berlusconi e Monti sono stati taglieggiati e negati tutti i diritti sanciti nella Costituzione – dal lavoro alla sicurezza sociale, dal’istruzione alla sanità, dal futuro dei giovani alla tutela dell’ambiente – l’unico disvalore ripudiato dalla Costituzione, la guerra, è invece continuamente foraggiato dalle intangibili spese militari. Mentre il nostro Paese cola a picco in tutti gli indicatori internazionali di benessere e di civiltà, primeggia tra i primi dieci al mondo per spesa pubblica militare. E, come se non bastasse, mentre sono ferme in Parlamento molte riforme democratiche necessarie – dalla riforma della legge elettorale, alla legge sul conflitto d’interessi, al riordino delle Province – si è trovato il tempo, in coda di legislatura, per approvare d’urgenza la messa in sicurezza delle spese militari e dei cacciabombardieri F-35 da qualsiasi taglio futuro. Continua a leggere

40 anni dopo, rimane da conquistare il diritto alla difesa civile, non armata e nonviolenta

Le conclusioni al Convegno nazionale “Avrei (ancora) un’obiezione!” (pubblicato su Azione nonviolenta n.1-2/2013)AN gen feb 2013

L’appuntamento con i 40 anni dalla Legge ‘772 del 1972, che per la prima volta consentiva alla possibilità di dichiararsi obiettore di coscienza e di svolgere il servizio civile alternativo, per il Movimento Nonviolento è il compimento di un anno importante sul piano simbolico ma, soprattutto, su quello del proprio impegno politico. E’ un anno iniziato il 24 settembre del 2011 con la Marcia Perugia-Assisi, in occasione dei 50 anni della prima Marcia della Pace, voluta da Aldo Capitini, e proseguito con gli eventi legati ai 50 anni dalla propria fondazione, a cura dello stesso Capitini e di Pietro Pinna. Un anno dedicato non tanto alle celebrazioni ma alla questione – urgente – dell’impegno per il disarmo.

Anche questo importante convegno, intitolato non a caso Avrei (ancora) un’obiezione! – organizzato congiuntamente dal Movimento Nonviolento e dalla Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile – non è stato solo il doveroso omaggio ad una storia, alla nostra storia iniziata con la scelta solitaria di Pietro Pinna, ma ha messo in dialogo la Storia con il presente, attraverso la messa a fuoco del filo rosso tra la storia delle lotte per l’obiezione di coscienza ed il Servizio Civile Nazionale di oggi, dimostrando che questo legame non è soltanto quello di carattere generativo – perché senza l’obiezione di coscienza non ci sarebbe stato oggi il servizio civile – ma è un legame saldo e resistente, fondato sui contenuti comuni dell’obiezione di coscienza e del servizio civile, sia rispetto ai fini che rispetto ai mezzi. Continua a leggere

Solo con il disarmo si esce dalla crisi

Ecco un importante documento del Movimento Nonviolento in vista delle prossime elezioni politiche, rivolto ai partiti e movimenti politici Sel, Idv, Verdi, Radicali, Prc, Pdci, Ecologisti e Civici, Cambiare si può, Io ci sto, Lista civica italiana, Movimento Arancione, M5S . Ossia a quelle liste e a quei partiti che hanno introdotto i temi “pace e disarmo” nei loro programmi. Sono esclusi quei partiti che già hanno risposto negativamente con i fatti, votando in Parlamento a favore della Legge-delega di riforma dello strumento militare, compreso il programma di acquisto dei cacciabombardieri F35. 

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Avanziamo tre richieste politiche chiare e nette ai partiti che si candidano a governare e a coloro che si candidano alla Camera e al Senato. Questi sono punti fondamentali del programma politico nonviolento, l’unico che possiamo sostenere. Continua a leggere

La democrazia parlamentare si arrende alla sovranità militare? Ho (ancora) un’obiezione

Mentre Shel Shapiro canta che “L’Italia ripudia la guerra, perché l’Italia è una Repubblica democratica e la sovranità appartiene al popolo”, e mentre sull’onda delle proteste popolari il governo del Canada ha rinunciato definitivamente al programma dei caccia F-35, martedì scorso è andata in scena in Italia la resa della democrazia parlamentare alla sovranità militare, con la consegna all’ammiraglio Di Paola – pro tempore ministro della Repubblica – della delega per “riformare” lo strumento militare, che mette al riparo le forze armate da ogni futuro possibile taglio di risorse, garantendone al contrario di aggiuntive e costanti per l’acquisto di ulteriori armamenti.  E’ l’ennesimo ribaltamento del Patto Costituzionale, nel quale tutti i diritti sanciti nei primi dieci articoli – dal lavoro alla salute, alla conoscenza –  sono compressi, taglieggiati e infine e negati, con il pretesto della crisi economica, e l’unico ripudiato – la guerra – è foraggiato insaziabilmente e instancabilmente, con il consenso bipartisan di destra e centro-sinistra, malgrado la crisi economica.483967_320543668040606_658350107_n

Di fronte a tutto ciò, oggi più che mai, ho un’obiezione. E sabato e domenica prossimi sarò a Firenze, al Convegno organizzato dal Movimento Nonviolento e dalla CNESC Avrei (ancora) un’obiezione!, non solo per celebrare i 40 anni dalla prima legge sull’obiezione di coscienza, ma soprattutto per capire, insieme a tanti altri obiettori di coscienza, attraverso quale ulteriore impegno rendere effettivi due principi complementari previsti dal nostro ordinamento: il ripudio costituzionale della guerra come “mezzo” e “strumento” di risoluzione dei conflitti e l’istituzione legislativa del Servizio Civile Nazionale – conquistato attraverso le lotte degli obiettori di coscienza alla guerra – come “mezzo” e “strumento”, alternativo e concorrente al militare, per la difesa della Patria.

Si tratta di esplicitare che l’ordinamento legislativo del nostro Paese prevede due forme di difesa della Patria: l’uno arcaico, fondato sulla violenza delle armi, contrario ai principi fondamentali della Costituzione, non solo velleitario ed incapace di difendere i cittadini dalle reali minacce alla propria quotidiana sicurezza – la povertà, l’analfabetismo, la disoccupazione, il dissesto del territorio, le mafie…- ma sottrattore delle risorse necessarie a sconfiggerle; l’altro nuovo, ma “antico come le colline”, fondato sulla nonviolenza, coerente con la Costituzione e potenzialmente efficace – se messo in grado di farlo – nel garantire la sicurezza della comunità e del territorio, sia rispetto alle minacce quotidiane sia rispetto alla difesa delle istituzioni democratiche.

E’ dunque necessario ancora l’impegno degli obiettori di coscienza, di ieri e di oggi, per un’ulteriore conquista di civiltà: il trasferimento di  risorse, nel bilancio dello Stato, dalla vecchia alla nuova organizzazione della difesa, ridimensionando fortemente la spesa per la difesa militare e potenziando specularmente quella per la difesa civile. Con la consapevolezza che la prima è blindata dalla casta militare, dagli interessi dei mercanti di armi e dalla sudditanza complice della politica; la seconda è ostacolata, impedita ed umiliata da questi poteri, palesi e occulti, pur essendo vicina ai bisogni delle persone ed un diritto – ancora in gran parte negato – di tutti i giovani italiani.

Bisogna perciò oggi prendere l’esempio e il testimone dalla lotta nonviolenta dai vecchi obiettori di coscienza per il diritto al servizio civile, per questa nuova lotta per il diritto del Paese alla difesa civile, non armata e nonviolenta. Un obbiettivo avanzato, di civiltà, che – quarant’anni dopo – ha ancora lo stesso avversario di sempre: la guerra e la sua preparazione.

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All’Europa il Nobel per la Pace. E il suo lamento

L’Unione Europea – pur strangolata da una crisi economica senza precedenti e con interi Paesi alla deriva sociale – ha speso nel 2011, nel suo insieme, l’incredibile cifra di 407 mld di dollari in spese militari, somma mai raggiunta nella sua tragica storia. L’Europa spende ormai da sola più di un terzo delle spese globali per gli armamenti e molto di più di quanto spendeva l’URSS nel momento di massima espansione imperialista, prima del crollo.images

Di fronte a questo scenario Erasmo da Rotterdam (a cui l’Unione Europea ha dedicato il più importante progetto di scambio rivolto ai giovani, per il quale, guarda caso, non si trovano più finanziamenti)  sarebbe oggi costretto a ribadire ancora una volta il “lamento” della Pace: “chi crederà che possiedono un briciolo di mente sana persone che, anche se io sono così eccezionale, si danno da fare con tanti mezzi, tanta abnegazione, tanti sforzi, tante tecniche artificiose, tante preoccupazioni, tanti pericoli per respingermi, e vorrebbero a un prezzo così caro acquistare tanto gran numero di mali?”

Invece, oggi, a Stoccolma, l’Unione Europea ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace.

La quale, intanto, continua il suo lamento.